Conosci la storia di Palazzo delle Prigioni Nove?

Il Palazzo delle Prigioni è uno degli edifici più famosi di Venezia. È anche uno dei più misteriosi.

Il Palazzo viene così definito in riferimento allo spazio di detenzione “vecchio” che si trova vicinissimo: non una vera e propria prigione ma una serie di spazi del Palazzo Ducale adibiti ad uso celle.

Se vuoi scoprire di più sulla vita dei prigionieri dell’epoca:

Prigionieri e galeotti

Prigioni Vecchie

All’inizio della Repubblica, le prigioni Vecchie erano riservate ai prigionieri del Consiglio dei Dieci e degli Inquisitori. Le prigioni Vecchie sono divise in:

  1. Piombi
  2. Pozzi

I Piombi di Venezia: le celle nel sottotetto

I Piombi, sono le celle situate nel sottotetto del Palazzo Ducale. Il nome deriva dal materiale con cui era ricoperto il tetto facendo si` che in inverno esse fossero freddissime e in estate caldissime.

Piombi di Palazzo delle Prigioni Nove a Venezia

I Pozzi: celle di Palazzo Ducale

L`altro spazio si trova sul versante opposto ossia a pelo d`acqua e si tratta di una fila di celle denominate “Pozzi” perché con l`innalzamento della marea ( e quindi con il fenomeno dell`acqua alta), finivano a riempirsi d`acqua.

I Pozzi sono composti da 18 celle dette anche “orbe” o “forti” . Essi fanno parte delle Nuove Prigioni, volute dal governo per migliorare le condizioni dei detenuti.

Storia delle Prigioni Nove a Venezia

La storia delle Prigioni Nove è davvero ricca di fascino. In queste prigioni le condizioni dei prigionieri non potevano che essere molto dure ma in realtà il primo problema che venne preso in considerazione fu quelle dello spazio. Si trattava di celle perennemente sovraffollate e per questo si giunse alla decisione di avviare la costruzione di un edificio apposito per la detenzione, da qui dunque la definizione di “Prigioni Nuove”. La costruzione prese inizio nel 1563 e si concluse nel 1614.

Antonio da Ponte e Andrea Rusconi

Nel cuore di Venezia, collegato al Palazzo Ducale attraverso il Ponte dei Sospiri, fa bella mostra di sé lo storico Palazzo delle Prigioni Nuove al cui progetto vi lavorarono Antonio Da Ponte e Andrea Rusconi nel 1563, terminato poi da Antonio e Tommaso Contin nel 1614.

La facciata di Palazzo delle Prigioni Nove

Un’importante facciata che richiama gli schemi di tutte le architetture che circondano Piazza San Marco in cui i vuoti superano i pieni creando un forte colorismo; vi sono, infatti, 7 ampie arcate a cui superiormente fanno riscontro 7 grandi finestre sormontate da timpani.

Facciata di Palazzo delle Prigioni Nove a Venezia

Interamente costruito in pietra d’Istria

La sua massiccia mole ci sorprende: infatti è interamente costruito con la pietra d’Istria, un unicum a Venezia dove tutta l’architettura ha come elemento base il mattone, materiale antichissimo, poco costoso, leggero e di facile lavorazione che veniva preparato e cotto nelle fornaci locali usando la sabbia e l’argilla depositate dai fiumi. Malgrado il suo peso, nell’edificio non si riscontrarono cedimenti se non dopo la costruzione del nuovo Hotel Danieli, intorno agli anni ’50, quando si verificarono delle crepe, ben visibili all’interno del Salone e tenute costantemente monitorate con apparecchiature speciali.

Palazzo delle Prigioni Nove, estensione delle celle di Palazzo Ducale

La sua costruzione nacque dall’esigenza di aumentare l’area adibita alla detenzione in quanto le celle del Palazzo Ducale risultavano insufficienti ubicando le prigioni sul lato nord e le sale di riunione e rappresentanza sul lato sud verso il Bacino San Marco in cui trova posto un’importante Magistratura della Serenissima: “I Signori di Notte al Criminal”.

I signori della notte e l’allegoria della Giustizia

Si trattava di un’istituzione costituita da 6 membri che rappresentavano i 6 Sestieri della città i quali ricoprivano compiti di sorveglianza, di polizia, di controllo notturno nonché quello di istituire i processi. Alla fin fine un tribunale vero e proprio in cui l’allegoria della Giustizia è espressa da un rilievo scultoreo costituito da una figura femminile seduta su di un trono sostenuto da due leoni e reggente da un lato la bilancia e dall’altro, si presuppone brandisse una lancia, tema fortemente ripreso nell’affresco della sala accanto. Ai piedi della Giustizia sono allineati gli stemmi araldici dei 6 Sestieri ed una più grande al centro sormontato dal corno dogale. Accanto al Salone ve ne sono altri di più piccole dimensioni fra cui un’altra sala con l’affaccio verso il Bacino San Marco, dove si riuniva la Magistratura.

La giustizia, affresco sul soffitto

In questa saletta riservata aleggia ancora l’atmosfera del passato mantenuta dal sapiente restauro delle boiseries in legno pregiato, del mobilio in genere, delle torcere alle pareti e nell’allegoria dell’affresco sul soffitto, opera di anonimo del 1679. Si tratta probabilmente di una grande allegoria che ribadisce nuovamente il ruolo, quasi divino, di Venezia che riceve la legge attraverso cui amministra saggiamente la Giustizia. Infatti, nel centro campeggia la figura femminile affiancata dai classici simboli della bilancia e della spada; di fianco il leone alato che sembra quasi avventarsi su un gruppo di figure dall’aspetto ferino e violento, dipinte con colori più scuri che personificano le forze del male che agiscono nel buio della notte.

Su tutto veglia la Magistratura illuminata, che con l’autorità delle sue leggi porta luce e quindi trasparente giustizia da cui nasce la pace rappresentata dalle colombe che volteggiano in un tondo retto da angeli. Racchiude questa complessa Allegoria la sequenza dei 6 stemmi araldici, corrispondenti ai 6 Magistrati che costituivano “I Signori di Notte al Criminal”.

Soffitto di Palazzo delle Prigioni a Venezia

Splendidi soffitti a botte e a crociera

All’interno del palazzo ci sono splendidi soffitti a botte ed a crociera e fra pareti di grossi blocchi di pietra d’Istria due differenti passaggi in direzione del Ponte dei Sospiri; corridoi angusti ma non così austeri come nelle prigioni del Palazzo Ducale; probabilmente erano percorsi da detenuti accusati di reati minori civili o penali rischiarati da aperture e finestre sia sul retro sia ai piani superiori (schermate da inferriate grossissime), così come alcune “misteriose” porticine hanno pesanti catenacci di medioevale memoria.

In ogni caso la presenza di prigionieri doveva essere una costante essendoci stato anche un luogo che fungeva da dispensa di gallette e ‘pan biscoto’ provenienti dai vicini Forni del Pane chiamati anche “Casa del Biscoto”. Infatti, ne è prova al piano terra accanto alla corte, la presenza di un “Magasen del Biscotto ad uso prigioni”.

Alcuni detenuti speciali delle Prigioni Nove

Detenuti speciali furono Nicolò Tommaseo e Daniele Manin ricordati da due lapidi scolpite all’interno dove ci sono altri nomi, date, ammonimenti incisi sui conci di pietra come ad esempio la “cassella di denunce secrete contro ladri e compratori che non notificano”.

Visita al Palazzo delle Prigioni Nove a Venezia

Oggi i visitatori possono visitare il palazzo e vedere come è stato utilizzato nel corso della sua storia esplorando le sue stanze e i suoi corridoi.

Se stai pensando di visitare Venezia, non puoi non visitare Palazzo delle Prigioni Nove in piazza San Marco. Un percorso suggestivo ricco di storia!

Visita Palazzo delle Prigioni Nove

 

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