Le due colonne in marmo rosa al primo piano di Palazzo Ducale

Volgendo lo sguardo verso la facciata di Palazzo Ducale in piazza San Marco si possono notare al primo piano due colonne in marmo rosa, diverse dalle altre. Questo dettaglio che in un primo momento potrebbe sembrare un vezzo artistico in realtà rappresenta un dettaglio architettonico che spesso passa inosservato ai turisti che visitano Venezia. Tuttavia, queste colonne hanno una storia molto particolare che le rende un simbolo importante della storia della città.

Secondo la leggenda, fu il Doge in persona a richiedere l’aggiunta di queste due colonne in marmo rosa alla facciata di Palazzo Ducale con l’intento di poter leggere le sentenze capitali direttamente dalla piazza, in modo che il popolo potesse vedere e partecipare alle esecuzioni.

La colonna di San Marco e di San Teodoro, pubbliche esecuzioni

La colonna di San Marco, alta circa 15 metri, è realizzata in marmo di Carrara ed è coronata dal leone alato, simbolo della Serenissima Repubblica di Venezia. La colonna di San Teodoro, invece, è realizzata in granito rosa ed è alta circa 13 metri. Rappresenta il primo protettore di Venezia e dei Veneti, San Teodoro, raffigurato nell’atto di uccidere un drago.

In origine, sotto le colonne di Piazza San Marco erano presenti delle botteghe in legno, dove venivano venduti prodotti artigianali. Nel Rinascimento, invece, tra le due colonne avvenivano le esecuzioni capitali, ed è per questo motivo che tutt’oggi persiste l’uso superstizioso di non attraversare lo spiazzo tra le colonne.

Al tempo della Serenissima, le colonne erano usate come una sorta di palcoscenico per l’esecuzione delle sentenze capitali. Era qui che il pubblico assisteva alle esecuzioni di coloro che avevano commesso i reati più gravi, come il tradimento o lo spionaggio contro la Repubblica di Venezia. Era un evento pubblico, e la vista delle colonne serviva come una sorta di monito per gli altri, un avvertimento di ciò che sarebbe potuto accadere se si fosse disobbedito alla legge.

In realtà, le due colonne non furono utilizzate per molte esecuzioni, ma il loro significato simbolico rimase comunque molto forte nella cultura veneziana. La morte era considerata una punizione molto grave, ma necessaria per mantenere l’ordine nella città. Per questo motivo, le sentenze capitali erano lette in pubblico e venivano eseguite immediatamente dopo.

Il beneficio dell’ultimo giro, conosciuto anche come “il giudizio di San Marco”

Il beneficio dell’ultimo giro, anche conosciuto come il giudizio di San Marco, è una pratica giudiziaria molto particolare che si svolgeva a Venezia ai tempi della Serenissima. Questa pratica consisteva nel chiedere l’ultima opportunità di salvezza, ovvero tentare di girare una colonna posta sulla facciata di Palazzo Ducale, rivolta verso il bacino di San Marco. Questa colonna di Piazza San Marco era diversa dalle altre, più spessa di qualche centimetro ed è stata scelta perché il giorno del Redentore, l’ombra della statua di San Marco sembra indicarla.

L’ultimo giro era concesso ai condannati a morte che avessero commesso un reato non connesso al tradimento. Per ottenere questa grazia, il condannato doveva avvicinarsi alla colonna, appoggiarsi alla sua base, abbracciarla da dietro e cercare di girarla mantenendo i piedi sullo scalino. Se il condannato riusciva nell’impresa, veniva graziato e liberato immediatamente. Altrimenti, se avesse fallito nell’intento sarebbe caduto in acqua per poi essere giudiziato.

Non è chiaro se qualcuno sia mai riuscito a superare il giudizio di San Marco, ma è improbabile che un eventuale successo venisse divulgato, poiché ai dieci, come a ogni giudice, non piaceva l’idea di essere dalla parte del torto.

Oggi, se siete in giro per Venezia, potete ancora vedere questa colonna e toccarla con mano. Questo antico simbolo di giustizia e speranza è una testimonianza della storia di Venezia e del suo sistema di giustizia. 

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