Chi era Giacomo Casanova?

La quintessenza del libertino veneziano era Giacomo Casanova, figlio di un attore veneziano e di un calzolaio.

Come affermato nella sua autobiografia, “My Life and Adventures”, lo scopo di Casanova era semplicemente il piacere, e il suo più grande piacere era il sesso, preferibilmente con una nuova donna.  

Cosa vuol dire fare il Casanova?

Quante volte hai sentito dire “Non fare il Casanova?”  

Casanova è un’icona veneziana conosciuta in tutto il mondo e diventata ormai leggenda come il più famoso seduttore della storia, uomo dedito alle avventure amorose e gran conquistatore. Da qui il modo di dire “Fare il Casanova”.

Perché Casanova fu incarcerato?

Come molti libertini, anche Casanova si dilettava con la magia e l’occulto, e questa si è rivelata la sua rovina. Le denunce provenivano da più parti, i suoi accusatori lo chiamavano “violatore” e “diabolico”. La polizia cominciò a sorvegliarlo, e fu arrestato. Fu portato su una chiatta davanti al tribunale e dopo il processo fu scortato presso il Palazzo Ducale, sopra il PONTE dei SOSPIRI, alle prigioni “PIOMBI”.

La fuga da Palazzo Ducale

Per quindici mesi Casanova rimase incarcerato, lavorando per tutto il tempo alla sua fuga. Fuggì sul tetto spiovente del Palazzo Ducale, scivoloso dalle nebbie notturne e fuggì attraverso Piazza San Marco verso una gondola, con la quale attuò la sua fuga.

Casanova e il Carnevale di Venezia

Se vogliamo credere alle sue memorie, Casanova ha condotto la vita di un libertino per dodici mesi all’anno; il resto della popolazione doveva invece accontentarsi dei sei mesi di Carnevale.

Durante il Carnevale, la città si riempiva di turisti facoltosi: giovani lame selvagge in paghetta, rastrelli di mezza età e roués anziani che cercavano di riconquistare la loro giovinezza. Scendevano sulla laguna con solo 2 pensieri in testa: il gioco d’azzardo e le donne.

Il Carnevale al tempo di Casanova

Nobili signore con maschere ovali nere abbandonarono temporaneamente i loro mariti e i cicisbei per mettersi a disposizione e per i libidinosi signori europei, il cui luogo di assegnazione preferito era la Gondola coperta.

Nobili che indossavano maschere bianche e con le spalle bianche, approfittavano delle mogli dei turisti e attiravano i visitatori facoltosi nel Ridotto, dove giocavano d’azzardo con i “prestiti” dei loro ospiti.  I caffè, che erano duecento, e molti erano aperti tutta la notte, divennero seconde case per tutti durante il Carnevale.

I nobili veneziani e le più Grandi Feste del Secolo

nobili veneziani organizzavano feste colossali per i loro ospiti più illustri. Ad esempio, la famiglia Pisani – proprietaria di una Villa di piacere alla Giudecca, di un palazzo sul Canal Grande (in realtà Palazzo Pisani Moretta), di una vasta residenza a Stra in terraferma, così come un centinaio di altre residenze della Regione Veneto – ha speso una fortuna per una festa per intrattenere il re Gustavo III di Svezia. Durante un party sfrenato a Palazzo Labia, il capofamiglia dei Labia lanciò tutta la sua targa d’oro fuori dalle sue finestre, in Canale.

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