Presidente buongiorno e complimenti per il suo rinnovo, sbaglio o è il suo terzo mandato?
Per me è un grande onore essere stato riconfermato per la terza volta come Presidente di uno dei più antichi e prestigiosi circoli culturali di Venezia che ha sede nello storico Palazzo delle Prigioni.
Cosa avete in programma per i prossimi anni?
Il programma come sempre è molto vasto e importante, dai corsi di pittura tenuti dal Prof Tigani, ai corsi di musica rivolti ai giovani sia residenti che provenienti dall’estero, ai cicli di conferenze su temi di grande interesse e attualità, tenute da professionisti della psicologia e della psicoterapia, incontri che verteranno su aspetti della vita degli adolescenti e preadolescenti in un’epoca così delicata per loro, come ad esempio “La scuola tra il bene e il male. Sulle tracce di un’etica che sappia orientare” tenuta dalla Dottoressa Valentina Guarino, Psicologa e Psicoterapeuta.
Poi abbiamo la stagione concertistica che, come sempre, ha l’obiettivo la valorizzazione e mettere in luce giovani musicisti di talento, proseguendo con le mostre dei nostri soci e non che possono esporre le loro opere a un pubblico proveniente da ogni parte del mondo, per finire con la realizzazione di un percorso guidato all’ interno del palazzo sulla storia del Palazzo Prigioni da primo edificio adibito esclusivamente a carcere dove era anche ospitata una delle più antiche magistrature della Repubblica di Venezia “I Signori di Notte al Criminal” con compiti di sorveglianza e polizia e di istruire i processi.
Mi spiega meglio questo percorso guidato legato alla storia del Palazzo?
Questo percorso, come le dicevo, consiste nel far rivivere la storia del Palazzo e le figure che vi operarono a vario titolo all’interno nelle loro varie funzioni e, per fare questo, ci siamo avvalsi di uno storico, il Prof. Mauro Bondioli, ricreando a dimensione 1:1 le loro sagome, quali avvocati, giudici, i Signori dI Notte al Criminal, le guardie e altre ancora, attraverso una ricerca basata sulle icone raffigurate in dipinti dell’epoca esposte in vari musei italiani.
I Signori di Notte al Criminal?
Si, come detto sopra il Palazzo delle Prigioni era la sede di questa magistratura che amministrava la giustizia quotidiana per i reati minori e vi era un Signore della Notte responsabile per ciascun quartiere/sestiere di Venezia. Erano i veri guardiani dell’ordine pubblico E nel Palazzo vi era anche, tuttora visibile, la loro aula di tribunale.
Ma le prigioni e i tribunali erano connessi anche alle torture, avete trattato anche questo tema?
Certamente abbiamo ricreato e approfondito un percorso a tema che svilupperemo di anno in anno sull’evoluzione storica del sistema carcerario nella Repubblica Serenissima di Venezia, approfondendo temi quali:
- La storia della pena capitale
- Le condizioni di detenzione nelle carceri e nelle galee
- La medicina medicina tra XVII se XVIII secolo e l’assistenza medica nelle carceri della Serenissima
- Le Tecniche di interrogatorio nelle carceri del XVIII secolo
- I Tribunali e le condanne: le pratiche inquisitorie
- I Delitti, le vittime e i criminali celebri della Serenissima
Inoltre la nostra ricerca vuole mettere in evidenza uno spaccato di un sistema giudiziario che era l’antesignano del sistema dei nostri giorni. Nella Repubblica Serenissima si veniva giudicati da dei Giudici, qualora non si avessero i soldi per pagare l’avvocato questi erano garantiti dal sistema;
le prigioni erano quotidianamente visitate da medici, assistenti di confraternite dedite ad opere di misericordia, la loro dieta era molto controllata e altro ancora.
Un sistema complesso e molto articolato.
Ma le condizioni dei prigionieri quali erano?
Nonostante tutto questo la situazione era terribile per i carcerati, difficilmente riuscivano a sopravvivere molto tempo all’interno delle prigioni. Molti però optavano per scontare la pena a bordo delle galee, pensi che un anno scontato a bordo della Galea valeva come 2 anni di pena scontati in prigione con purtroppo il rischio di morte molto alto in quanto era considerato un bravo comandante quello che tornava con almeno il 50% dei rematori vivi da ogni missione.
Come avete fatto allora a raccontare e descrivere la situazione di questi prigionieri?
Abbiamo ricreato gli arredamenti delle celle, ma abbiamo voluto affrontare il tema carcerario con grande rispetto per le grandi sofferenze patite tra queste mura dalle migliaia di detenuti nelle centinaia di anni di funzionamento del Palazzo come istituto penitenziario. Non abbiamo voluto mettere in mostra la spettacolarizzazione di aspetti morbosi ne affrontare i temi in maniera romanzata, ma quello che comunichiamo ha precisi riscontri storici. Lo ripeto, perché, mi scusi, per noi questo è un aspetto di fondamentale importanza: quello che abbiamo realizzato è uno spaccato del sistema giudiziario della Serenissima che mostra anche la sofferenza di tutti i condannati che hanno espiato le loro colpe, o presunte tali, all’interno del Palazzo.