Strumento punitivo e di tortura del Medioevo

La Gogna era uno strumento punitivo, utilizzato a partire dal Medioevo. Il condannato veniva imprigionato mani e piedi, ed esposto sulla pubblica piazza, dove la folla ne faceva bersaglio di scherno, insulti e maltrattamenti.

L’utilizzo della Gogna

Era infatti comune che si prelevasse dai pozzi neri lo sterco per imbrattarne capelli, naso, bocca, oppure che si lanciassero sassi, che si ustionasse il malcapitato o gli si procurassero ferite che venivano poi ricoperte di sale. Alla meno peggio si provvedeva a fargli il solletico ai piedi.

Destinatari della Gogna

Le gogne erano riservate ai colpevoli di crimini non gravi, ed erano allestite nelle piazze di mercato e negli incroci delle strade. Spesso era appeso un cartello al collo del malfattore o nelle vicinanze, che riportava il delitto di cui si era macchiato. La durata della pena durava generalmente poche ore o qualche giorno.

Il sistema rimase in uso per circa un millennio, e abolito nel XIX secolo (anche se non ufficialmente sopravvisse ancora, tanto che un caso, che fece un certo clamore, è stato registrato nel 1995 a Panama).

Curiosità sulla Gogna

A titolo di curiosità merita di ricordare che all’umiliazione di questo trattamento fu condannato nel 1703 Daniel Defoe, l’autore del “Robinson Crusoe”, con l’accusa di diffamazione verso la Chiesa di Inghilterra.

Il carcere e gli strumenti di tortura a Palazzo delle Prigioni

Il Palazzo delle Prigioni a Venezia offre l’opportunità di visionare ancora oggi gli strumenti di tortura, le carceri e i vestiti d’epoca, oltre che conoscere storie e leggende di una Venezia lontana. Un pezzo di storia testimone delle macchine della morte e di tortura usate un tempo come strumenti di giustizia.

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